Re Ezechia


Ophel, ai piedi della parete meridionale del Monte del Tempio, rinvenuto un sigillo reale del re biblico Ezechia.


Gli scavi, condotti sotto la direzione della prof.sa Eilat Mazar dell’Istituto di Archeologia presso l’Università ebraica di Gerusalemme, vicino al palazzo reale, hanno portato alla luce questo reperto di forma ovale, sul quale compare un'iscrizione in alfabeto ebraico antico, che recita: "Hezkiahu (figlio di) Achaz re di Giudea". Vi è inciso anche un sole con due ali rivolte verso il basso, affiancato dall'ankh simboleggiante la vita, che è l'emblema scelto dal monarca nella fase finale del suo regno, protrattosi negli anni 727-698 a.C.


Ezechia è descritto nella Bibbia (Re2, Isaia, Cronache) come re intraprendente e audace: Re2 18:5: «Fra tutti i re di Giuda nessuno fu simile a lui, né fra i suoi successori né fra i suoi predecessori»


I reperti di Khirbet Qeiyafa indicano, inoltre, che uno stile architettonico elaborato si era sviluppato fin dal tempo del noto re biblico, così come la formazione di uno stato e la creazione di una élite, con un certo livello sociale e urbanistico.


Il reperto è molto piccolo, misura 9,7 per 8,6 millimetri. Il sigillo veniva apposto su un documento scritto su papiro o pergamena. Su una stringa, legata intorno al documento, veniva messo un pezzo di fango bagnato che poi il re colpiva con il suo sigillo personale. Diverse centinaia di questi reperti sono stati trovati a Gerusalemme, durante gli scavi all'Ophel, grazie alla procedura di vagliatura a umido, che consiste nello spruzzare acqua in un contenitore con i sedimenti scavati.



Il significato delle immagini


Ci sono tre immagini al centro del sigillo, un disco solare con sei raggi e con ali rivolte verso il basso, affiancato su entrambi i lati dall'ankh, il simbolo della vita eterna. 


Invece il sigillo del padre, Achaz, non ha simboli, ma solo scritte in ebraico. Ezechia può aver impiegato simboli che anche la Bibbia attribuiva al Signore. Sal. 84:11: "Perché l'Eterno DIO è sole e scudo; l'Eterno darà grazia e gloria; egli non rifiuterà alcun bene a quelli che camminano rettamente". Mal. 4:2: "Ma per voi che avete timore del mio nome spunterà il sole della giustizia, la guarigione sarà nelle sue ali".


Altre otto di questi reperti, che portano il nome di Ezechia, sono stati rinvenuti. Sei di queste recano inciso uno scarabeo alato, simbolo del potere regale. Secondo una ricerca condotta da Robert Deutsch e pubblicata nel numero di Biblical Archaeology Review, ce ne sono due che sono identiche all'impronta di sigillo identificata. 


Le immagini su tre impronte sono state impresse con lo stesso sigillo e sembrano suggerire dei cambiamenti avvenuti nel sigillo di Ezechia. Cambiamenti che la Bibbia ci mostra di una avvennuta guarigione, da una malattia mortale.


2Re 20:1-7: "In quei giorni Ezechia si ammalò mortalmente. Allora il profeta Isaia, figlio di Amots, si recò da lui e gli disse: 'Cosí parla l'Eterno: 'Metti la tua casa in ordine, perché morirai e non guarirai. Egli allora voltò la faccia verso la parete e pregò l'Eterno, dicendo: 'Ti supplico, o Eterno, ricordati come ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho fatto ciò che è bene ai tuoi occhi'. Poi Ezechia scoppio in un gran pianto. Isaia non era ancora giunto al cortile centrale che la parola dell'Eterno gli fu rivolta dicendo: 'Torna indietro e di' a Ezechia, principe del mio popolo: 'Cosí parla l'Eterno, il DIO di Davide tuo padre: Ho udito la tua preghiera e ho visto le tue lacrime; ecco, io ti guarisco [...]

7 Poi Isaia disse: 'Prendete un impiastro di fichi'. Cosí essi lo presero e lo applicarono sull'ulcera, e il re guarí".